E' arrivata al Bar Casarsa ai tempi dell'alluvione di Firenze, che era piccola come un ranocchietto. Doveva rimanerci solo per un pò, ma poi non ha avuto più il coraggio di andare via e ..., va be, l'abbiamo tenuta come mascotte del bar, soprannominata con il nomignolo di "Pippa".
Poi, l'ambiente era quello che era, il carattere pure, e allora ... insomma, il risultato è stato quello che è stato.
Scherzi a parte, la Robertina è stata uno dei personaggi più significativi del Bar Casarsa.
Con quell'aria da monello dispettoso, sempre pronta allo scherzo e alla "marachella", come pure alle "parolacce" da bar, ha conquistato la simpatia di tutti mentre, come aiutante barista di Rigolo e della Lidia, non perdeva l'occasione, ogni tanto, di tirare la spugna bagnata nel viso a qualche cliente ...
...Come si dice: "La vita va presa seriamente, tanto seriamente da poterci ridere sopra ..."
Sembrerebbe una "battuta", un gioco di parole.   E invece è una cosa vera, perché la "Pippa", sotto quel porsi stravagante e scanzonato, cela un senso di responsabilià e rettitudine che la fanno retta e coscienziosa, e questo, di fatto, la fa "cadere" sempre in piedi, permettendogli a volte di poter fare anche dell'ironia.
Ogni tanto, quando passo sulla via Pistoiese, davanti a dove una volta c'era il Bar Casarsa, sento qualcosa che mi strugge dentro ..., e allora parcheggio la macchina e vado di faccia, apro il cancelletto di ferro oltre il quale si trova la casa dove abita la Robertina e passo un po di tempo a chiacchiera.   Lì sul divano c'è la Rita, mentre il cane abbaia e Simone va e viene, sempre affaccendato in qualcosa.   La Virginia, ormai, è diventata una bella ragazza, ma la Robertina ... "non se ne accorge"; essa ricorda, alla sua età, un posto dove passava le giornate diverse dalla scuola...   Ma adesso, chissà qual'è ... il "Bar Casarsa" di oggi ...